Al Tarì tra tradizione e valore: la gioielleria è protagonista di un nuovo modello di business, sempre più sostenibile

05 maggio 2022

Con un incremento di presenze rispetto all’edizione di maggio 2021, l’edizione di primavera di Open al Tarì ha confermato un positivo trend di presenze e ha risposto positivamente alle aspettative di espositori e aziende del Tarì.

“Abbiamo registrato + 8% di visitatori unici rispetto al 2021 – dichiara il presidente del Tarì Vincenzo Giannotti e una solida riconferma del mercato interno, punto di forza della manifestazione. C’è ancora un leggero gap negativo rispetto all’edizione di maggio del 2019, con un -6% di visitatori, che tuttavia è in linea con il mercato e con l’instabilità ancora forte degli scenari economici e politici”.

Anche per l’edizione appena conclusa, il Tarì’, aderendo al “Progetto di valorizzazione del sistema fieristico nazionale” promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e relativo alla certificazione, ha affidato il compito della certificazione ISO 25639:2008 dei dati fieristici a ISFCERT srl (Istituto per la certificazione dei dati Statistici Fieristici riconosciuto da ACCREDIA).

Il Business sta cambiando: questo è quanto si percepisce nei corridoi del Tarì nelle giornate di Open. Pianificazione degli incontri, organizzazione puntuale, basata su una precisa agenda di incontri tra aziende e buyers, definita con largo anticipo e, grazie alla flessibilità del Centro, distribuita su un numero maggiore di giorni di lavoro:  al Tarì si afferma un nuovo modo di vivere gli incontri commerciali, e quindi anche la fiera.

“L’organizzazione del lavoro è cambiata – spiega Vincenzo Giannotti, presidente del Centro orafo –  Se da un lato resta indispensabile l’incontro diretto con il cliente, in particolar modo per l’acquisto di gioielli, dall’altro le aziende e i clienti si sono ormai abituati a lavorare per appuntamento, evitando improvvisazioni e lunghi tempi di attesa”.

Più tempo per il business, dunque, ma anche meglio organizzato, anche in fiera. “La flessibilità organizzativa del Tarì – prosegue Giannotti –  da questo punto di vista offre una importante opportunità ai buyers e agli espositori. In molti casi, questi ultimi hanno chiesto ed ottenuto di mettere in agenda gli incontri con i clienti già a partire dal giovedì, e molti di loro proseguiranno anche nei prossimi giorni”.

Confermati nella edizione appena conclusa i numeri della edizione 2021, in linea con una ripresa del mercato interno e sostenuta, tra l’altro, anche dalla attesa ripresa delle cerimonie. E in virtù di questo importante fenomeno, sale il target dell’offerta. Nelle vetrine delle 480 aziende partecipanti all’evento, il gioiello fa da protagonista.

I dati di vendita del 2021, che i primi mesi dell’anno in corso sembrano confermare, premiano il gioiello tra gli acquisti preferiti dagli italiani. Eppure, sul tema della gioielleria molto c’è ancora da dire, e soprattutto c’è molto lavoro da fare.

Claudia Piaserico, designer e imprenditrice orafa, oltre che presidente Federorafi, intervenuta al Tarì in occasione della firma della convenzione Federorafi Confindustria campania e Caserta,  parla di “valore”, spiegando che è necessario che il mondo orafo lavori sulla cultura legata al gioiello.

 

“Il gioiello non è accessorio ma valore ed emozioni. L’intera filiera orafa deve imparare a raccontare l’arte e i contenuti valoriali, etici e di sostenibilità che tutta la filiera rappresenta. Solo in questo modo potremo riconquistare i  giovani, che sono i nuovi consumatori. Fondamentale, in questo percorso, il ruolo di gioielliere, che dovrà aggiungere alla tradizione di affidabilità e sicurezza anche una nuova consapevolezza del mercato e delle sue regole”.

Sul tema dei valori è d’accordo anche Alessia Crivelli, manager dell’azienda di alta gioielleria di cui porta il nome, socia storica del Centro orafo di Marcianise. “Stiamo vivendo in questa stagione un grande ritorno del gioiello. Il nostro consumatore non desidera un gioiello di moda, ma un gioiello il cui valore sia espresso dalla semplicità e dal rigore delle linee, che sappia rappresentare i ricordi più belli. Per noi, il valore, oltre il business, è il sentimento che ogni gioiello rappresenta”.

Pensiero condiviso anche da Elisabetta Broggian, D Donna Gioielli, azienda padovana anch’essa presente da sempre nel Centro orafo.  “Già nel 2021 abbiamo assistito ad un positivo incremento delle vendite di gioielleria, oggi sostenuto dalla ripresa delle cerimonie, sospese dai lunghi mesi della pandemia. Nelle nostre vetrine, insieme alle collezioni classiche, da sempre ci contraddistingue l’uso del colore, con linee di gioielli fantasia che introducono pietre preziose e modelli più vicini al gusto contemporaneo del cliente, senza rinunciare all’alta qualità della manifattura e alla nostra idea di gioiello esclusivo”.

Alta artigianalità e manifattura artistica sono protagoniste anche della Mostra “Coralli e Cammei: intreccio di arte, tradizione e innovazione nei Gioielli di Torre del Greco”, in questi giorni allestita nel salone di ingresso del Tarì.

26 aziende, oltre un centinaio di gioielli e vere e proprie opere d’arte raccontano oltre 200 anni di storia e tradizione del corallo e del cammeo, attraverso la lavorazione e la creatività di maestri artigiani di Torre del Greco.

E per difendere e valorizzare l’unicità e la sostenibilità di questi particolari gioielli, oggi tornati di gran moda, Assocoral, associazione di riferimento del settore, ha creato un vero e proprio codice identificativo di ogni singolo gioiello. Vincenzo Aucella, presidente Assocoral, spiega “il codice, associato univocamente a un singolo cammeo, o gioiello, è di fatto la sua carta di identità: ne identifica la provenienza, la tracciabilità, la qualità e tutte le informazioni storiche, culturali e artistiche che ne fanno un prodotto unico sul mercato2.

“In tempi in cui la sostenibilità, anche nella gioielleria, è sempre più percepita come parte integrante del valore di un gioiello – conclude Giannotti – si tratta di un passo in avanti di grande importanza, che sono certo farà da apripista per altri importanti segmenti della gioielleria, a cominciare dal diamante.”

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