Cover Story – Patek Philippe, audacia e tradizione

Cover Story da La Clessidra #6 2018

17 dicembre 2018

Chi ama e colleziona orologi Patek Philippe sa bene che il fascino che emana dai magnifici segnatempo della Manifattura ginevrina, l’ultima indipendente a conduzione familiare, deriva dalla pura e assoluta perfezione del saper fare. Niente di ostentato, mai nulla fuori posto. Una bellezza che nasce dal meccanismo e da ogni singolo componente finito a mano, un virtuosismo che potrebbe persino sembrare fine a se stesso se non regalasse poi, all’esperto come al profano, l’emozione senza uguali di avere al polso semplicemente il meglio. Il meglio dell’artigianalità, del patrimonio culturale (il prossimo anno corre il 180° anniversario dalla fondazione) e del design. Perché poi la medesima cura maniacale dei dettagli trascende il meccanismo e si mostra sul quadrante in uno stile sempre impeccabile e in un’eleganza understated che non manca mai di conquistare il favore degli appassionati.

di Barbara Ainis e Stefano Carazzali

Questa grande coerenza e l’orgoglio di riconoscersi custodi di una tradizione prestigiosa sono favoriti e preservati proprio dall’assoluta libertà creativa della Maison, indipendente, con una produzione verticalmente integrata e in grado di progettare e realizzare inhouse davvero ogni parte dell’orologio, di ogni orologio prodotto. Di proprietà della famiglia Stern dal 1932, oggi nelle mani della quarta generazione sta vivendo un momento di grande fermento, fedele alla tradizione, ma anche capace di scommesse ardite e di gettare il cuore e lo sguardo sempre avanti, verso l’innovazione. Thierry Stern, presidente di Patek Philippe ormai da quasi dieci anni, ha ereditato non solo un’azienda senza pari, ma anche la passione che ha mosso suo padre, suo nonno e il suo bisnonno. Grazie a questa passione e alla competenza (che gli deriva anche dall’aver cominciato a lavorare per l’azienda di famiglia nell’atelier di produzione delle casse e dei bracciali) ha saputo condurre la Maison, assieme alla moglie Sandrine creative director, al successo degli ultimi anni (+9,1% nell’anno fiscale 2017-2018), resistendo al canto delle sirene delle molte lusinghiere offerte di acquisto e mantenendo la produzione a circa 60mila pezzi all’anno.

La strada verso questo successo, per una Maison come Patek Philippe, passa anche dal saper guardare al passato e al futuro allo stesso tempo. Come nella scelta di valorizzare e conservare i mestieri d’arte perpetuando collezione Rare Handcrafts, che oggi attrae un tale numero di richieste da non poter soddisfare tutti. O come in quella di presentare in questo 2018 modelli capaci di andare oltre il seminato, scompaginando i termini usuali che siamo soliti attribuire agli orologi della Maison, osando tocchi di colore e di decisa sportività nel nuovo Aquanaut Chronograph, o assumendosi il rischio di rivisitare drasticamente uno dei modelli femminili più iconici, il Twenty-4, regalandogli un cuore automatico e reinterpretandolo in una sinuosa versione con cassa tonda. Scommesse che si sono già presentate come nuovi immancabili successi.

 

IL CORAGGIO DELLE NUOVE SCELTE

La Maison ginevrina ha inaugurato quest’anno un iter che lei stessa ha definito “audace”, affiancando, ai vari modelli tradizionali, molti dei quali dotati di grandi complicazioni, anche qualche innovazione destinata per certo a riscuotere un notevole successo. È il caso della referenza 5968A-001, vale a dire il nuovo Aquanaut Chronograph, primo cronografo ad entrare in questa collezione. L’impatto visivo è forte, soprattutto se l’orologio viene dotato del secondo cinturino con cui viene venduto – in materiale composito arancio – a richiamare le lancette ed i dettagli del quadrante. Dall’aspetto giovane, il 5968 ha in realtà, com’è ovvio attendersi, soluzioni tecniche d’avanguardia che rendono immediata la percezione di quanto importante sia questo segnatempo.

Se la parte estetica è quella che a prima vista sembra predominare, dobbiamo realizzare che tale aspetto è una diretta conseguenza di ciò che è racchiuso all’interno e dunque è necessario partire proprio dalla descrizione del cuore del 5968 per comprenderne le peculiarità. Il calibro utilizzato è il CH 28-520 C/528, con funzioni di ore, minuti e secondi del crono centrali, contatore dei 60 minuti crono al 6, finestrella del datario al 3, flyback attivabile tramite il pulsante posto al lato inferiore della corona (oltre alla funzione di azzeramento). Al pulsante superiore sono riservate le funzioni di start e stop, mentre sul lato opposto della cassa, in corrispondenza delle ore 8, si trova il correttore della data.

Il calibro è meccanico a carica automatica, fornita tramite la massa oscillante in oro visibile attraverso il fondello in cristallo di zaffiro, e possiede una riserva di marcia, fra le 45 e le 55 ore, ed è composto complessivamente da 308 elementi. Il funzionamento del cronografo si ottiene tramite il comando con ruota a colonne, associato a un innesto verticale a dischi che scongiura il fastidioso problema della lancetta che salta o – peggio – arretra quando si effettua l’innesco del cronografo. La lancetta centrale dei secondi cronografici riesce a indicare con precisione il quarto di secondo sulla scala graduata posta alla periferia del quadrante e poiché tale innesto è caratterizzato da una totale assenza di usura, tale lancetta può venire impiegata per l’indicazione tradizionale dei secondi.

La cassa, realizzata in acciaio con rifinitura parte satinata e parte lucida, racchiude e protegge il movimento. Presenta l’usuale forma ad ottagono con angoli addolciti e garantisce una tenuta fino a 120 metri. Il quadrante nero e a rilievo strutturato, tipico della collezione Aquanaut, amplifica la visibilità delle cifre in oro applicate e delle grandi lancette a bastone, ricoperte di materiale luminescente. Nulla è lasciato al caso e dunque una particolare attenzione è stata dedicata anche alla deployant, realizzata col fine di garantire la massima sicurezza e dotata di ben quattro punti di attacco indipendenti. Il calibro riporta il Sigillo di Patek Philippe, a significare che l’orologio soddisfa tutti i rigidi requisiti e le caratteristiche di qualità, realizzazione, assemblaggio ed assistenza post-vendita (solo per citarne alcune) a garanzia dell’acquirente.

Se con l’Aquanaut Chronograph la Maison ha voluto intraprendere la strada dell’audacia, con la recentissima collezione Twenty-4 Automatic, suddivisa in cinque diverse referenze, (7300/1200 o 7300/1201) ha rinnovato, con libertà e non minore coraggio, il legame con la tradizione, riprendendo e reinterpretando radicalmente secondo canoni contemporanei il segnatempo “di forma” realizzato nel 1999, il primo della Manifattura in acciaio con diamanti incastonati. Pensato, oggi come quasi vent’anni fa, per farsi riconoscere immediatamente e per accompagnare il polso femminile in ogni occasione, il nuovo Twenty-4 Automatic, questa volta con un’addolcita cassa tonda dalle proporzioni sempre perfette e mosso dal calibro meccanico automatico, è dedicato esplicitamente a una donna determinata e indipendente, molto attiva ed elegante, poliedrica nelle scelte del proprio look e della propria vita. Ma soprattutto una donna che sceglie da sola e con consapevolezza l’orologio da acquistare e indossare, apprezzandone sia le caratteristiche estetiche sia il cuore meccanico.

Ecco allora prendere vita le referenze appena presentate, tutte con casse da 36mm impermeabili fino a 30 metri e 160 diamanti Top Wesselton Pur a taglio brillante incastonati magistralmente a Dentelle in una doppia fila sulla lunetta, cifre arabe in oro bianco applicate sul quadrante, ricoperte di Superluminova, lancette di ore e minuti realizzate a bastoni in oro bianco, diamantate e con trattamento, sempre in Superluminova, e lancetta dei secondi realizzata in Pfinodal rodiato lucido. Si differenziano per cassa e bracciale in oro rosa o in acciaio, quadranti blu soleil o grigio soleil sfumato nero per le versioni acciaio, oppure bruno soleil e argenté per le versioni in oro rosa, per finire con la referenza più raffinata, costituita anch’essa interamente in oro rosa, ma con 208 diamanti incastonati, oltre che sulla lunetta, anche sulle anse, 13 diamanti sulla corona e 248 ad adornare il bracciale.

In tutte le versioni le funzioni sono costituite da ore, minuti, e secondi centrali e dalla finestrella della data al 6. Questo ci porta quindi a considerare il movimento che muove il Twenty-4 Automatic e risponde al sempre maggior interesse del pubblico femminile anche per ciò che il segnatempo contiene. Il calibro utilizzato è un eccellente 324 S C, meccanico a carica automatica, dotato di massa oscillante in oro 21 carati con incisa la Croce di Calatrava, simbolo della Maison. Il calibro potrebbe sembrare all’apparenza semplice, mentre nella realtà è costituito da 217 elementi, è capace di una riserva di carica tra le 35 e le 45 ore, funziona a 28.800 A/h, è dotato di bilanciere Giromax e di spirale Spiromax realizzata in Silinvar e riporta il Sigillo di Patek Philippe, ancora una volta garanzia di eccellenza e affidabilità.

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