L’avventura “Gallio Tempo” inizia nei primi mesi del 2017 e grazie alla scelta di utilizzare lo strumento del crowfunding l’azienda sta realizzando uno splendido progetto a partire dall’organizzazione di un network di piccole realtà e artigiani con grandissime competenze, ancora prima che la campagna dia i suoi frutti. Il crowdfunding partirà il 15 marzo su kickstarter.
Abbiamo chiesto un confronto con l’azienda per comprendere meglio le dinamiche che sottendono alla scelta di un finanziamento di questo tipo.
Come è nata l’idea di fare orologi a Torino? Brevemente quali sono le caratteristiche più interessanti della vostra Trident collection? In che cosa si distingue dai competitors?
L’idea nasce dalla passione dell’architetto Giorgio Fabris che insieme ad un team dinamico composto in prevalenza da giovani, decide, ad inizio 2017, di creare il brand Gallio Tempo.
L’ architetto Fabris, da sempre appassionato di orologi, si trasferisce in giovane età a Torino dove conduce gli studi e successivamente la carriera lavorativa come designer dapprima nel settore orafo e della gioielleria e poi per oltre 30 anni nell’orologeria. E’ all’inizio del 2017 che Fabris, aiutato da un team di giovani creativi, decide di avviare l’avventura “Gallio Tempo” uscendo da quelli che sono i binari standard, ormai superati, entro i quali aveva sempre lavorato, decidendo di rivolgersi alle risorse che la rete offriva alle piccole iniziative, prima fra tutte il crowdfunding. Il modello “Trident” è un orologio unico nel suo genere perché coniuga le caratteristiche di un orologio “adventure” (robustezza, ghiera girevole, subacqueo fino a 200MT/20ATM, braccialetto in sailcloth) a lineamenti eleganti e raffinati, ponendosi quindi come un orologio 24/7 da utilizzarsi nel meeting d’affari così come nel weekend a sciare o a fare downhill in mountain bike.
Perché avete pensato al crowdfunding? A quali esigenze risponde questo tipo di ricerca di finanziamento? Quali caratteristiche deve avere l’idea, il prodotto per ambire ad una campagna di crowfunding di successo? Vi siete ispirati ad altre esperienze internazionali sempre in ambito orologiero?
Abbiamo pensato al crowdfunding esattamente per quello che il crowdfunding è, e cioè un mezzo per finanziare la nostra iniziativa. Gallio Tempo non dispone di grandi capitali e quindi deve assolutamente cercare finanziamenti mediante questa modalità. Riteniamo inoltre il crowdfunding un potentissimo mezzo di marketing a costi molto contenuti rispetto ai canali più tradizionali. La caratteristica principale che deve avere un prodotto per ambire ad una campagna crowdfunding di successo è sicuramente l’unicità. Se non sia hanno caratteristiche di unicità il progetto si perde in un mare di proposte che ormai popolano i principali siti di crowdfunding.
Non ci siamo ispirati in particolare a nessuna esperienza internazionale. Siamo un team di appassionati di orologeria e quindi seguiamo, anche se da prospettive diverse, il mondo dell’orologeria da sempre e con grande passione e curiosità. Non ci sono di certo sfuggite le iniziative di crowdfunding a livello internazionale che hanno interessato negli ultimissimi anni il nostro settore, ma non ci siamo inspirati a qualcuna in particolare.
Come avete progettato e sviluppato questa iniziativa? Quali sono stati i passi necessari da fare? Ora cosa vi aspetta e cosa vi aspettate?
Siamo partiti quasi per scherzo, provando a fare qualcosa che fosse “nostro” a tutti gli effetti. L’architetto Fabris vanta una lunga carriera nel settore, ma non aveva mai lavorato in “proprio”. I giovani membri del team erano tutti impegnati su più fronti in diverse iniziative, ma nessuno di loro lavorava ad un “proprio” prodotto, ad un “proprio” progetto. Viviamo in un’area (Torino e dintorni) con grandissime competenze per quanto riguarda la meccanica di precisione che però non erano mai state “utilizzate” nel nostro settore. Anche questa è stata una scommessa che, anche se la campagna crowdfunding deve ancora partire, possiamo già dire di aver vinto. Siamo riusciti a creare un network di piccole aziende ed artigiani con grandissime competenze, fino ad oggi utilizzate solo in ambito industriale, che abbiamo fatto appassionare all’orologeria. Siamo riusciti a mettere insieme tante eccellenze che fino a poco tempo fa avrebbero considerato una barzelletta poter contribuire al progetto ed alla realizzazione di un orologio e soprattutto che poco tempo fa, vittime di una mentalità industriale e dei suoi interessi, non erano consapevoli di essere eccellenze! In parole povere, fare “pezzi” meccanici, seppur di precisione, per qualche multinazionale è un conto, essere parte viva di un progetto come il nostro, potersi sedere attorno ad un tavolo e contribuire a far crescere un progetto, è tutta un’altra cosa.
Queste aziende, seppur pregne di know-how avevano completamente perso la consapevolezza delle proprie capacità e soprattutto la passione che nasce dal sentirsi parte integrante di un progetto. Siamo felici di aver visto tante persone sorridere quando, lo scorso agosto, alla vigilia delle ferie estive, li abbiamo radunati attorno ad un tavolo (in un ufficio co-working !) su cui erano posizionati i primi prototipi del LORO orologio!
Ora ci aspettiamo di realizzare una campagna di successo da condividere con tutto il network e partire da questa base per rafforzarci e far crescere il nostro brand (stiamo già realizzando i prototipi dei prossimi modelli).
Quanto credi che l’orologeria indipendente possa beneficiare da uno strumento come il crowdfunding?
Tantissimo! Se sfruttata correttamente è un’opportunità grandissima. Assolutamente un’opportunità che non ha pari e che permette a chiunque abbia una buona idea di poterla proporre ad un vastissimo pubblico con una spesa assolutamente ridotta rispetto ai canali “tradizionali” che per costi sono difficilmente fruibili dall’orologeria indipendente. Non a caso negli ultimi anni i cosiddetti “micro brand” stanno riscuotendo un grande successo. Peccato che l’Italia, nonostante abbiamo grandissime risorse sia dal punto di vista della creatività, che del design e della tecnica, sia decisamente in ritardo rispetto ad altre realtà che, seppur meno talentuose, stanno sfruttando molto meglio questo strumento.