C’è grande fermento in Gucci, dopo i sostanziali cambiamenti avvenuti in questi ultimi mesi. La coppia (anche nella vita), Patrizio Di Marco e Frida Giannini, rispettivamente CEO e Direttore Creativo della Casa fiorentina, hanno lasciato gli incarichi. A partire dal 1 gennaio 2015 al timone di Gucci c’è Marco Bizzarri, il manager che ha fatto crescere Bottega Veneta, altro brand della scuderia Kering, fino a farne un caso di eccellenza mondiale, tanto che Francois-Henri Pinault, l’azionista e amministratore delegato del Gruppo, lo aveva già premiato lo scorso aprile con la nomina a CEO della nuova divisione Luxury – Couture & Leather Goods. Per ironia della sorte, nel 2009, Bizzarri (entrato nel 2005 nel Gruppo Kering, allora PPR, come responsabile del brand Stella McCartney) sostituì alla guida di Bottega Veneta proprio Di Marco. In quanto, invece, a Frida Giannini, si tratta di dodici anni di intensa e proficua collaborazione con Gucci: entrata nel 2002, ai tempi del binomio vincente Domenico De Sole/Tom Ford, come design director delle borse, per poi gestire la creatività della divisione “accessori”, aveva sostituito Alessandra Facchinetti nel 2006, in qualità di Direttore Creativo di tutta la produzione Gucci. Sarà difficile non legare più l’immagine artistica del brand a lei, il cui inconfondibile segno era possibile trovare dal grande Museo, situato in Piazza della Signoria a Firenze, fino all’ultimo accessorio della Maison. Una simile, piccola rivoluzione ha colto di sorpresa un po’ tutti, anche se dopo un fatturato 2013 in calo del 2,1% (pur se ben compensato da un eccellente ebitda, pari al 35,8% del turnover), e un 2014 in cui si è verificata una flessione particolare nel secondo (-2,4%) e terzo trimestre (-1,9%), qualche segno premonitore si stava palesando. L’intento di Pinault di recuperare su Gucci i tassi di sviluppo propri del comparto negli anni passati, aveva bisogno di una scossa, e questo è accaduto. La curiosità di conoscere il nome del nuovo Direttore Creativo è stata soddisfatta lo scorso 21 gennaio, con la nomina di Alessandro Michele, in Gucci anche lui dal 2002, assunto da Tom Ford all’interno del Design Office di Londra; nel 2006 è divenuto Leather Goods Director e nel maggio 2011 è stato promosso “Associate to the Creative Director” Frida Giannini. Dunque, il cambiamento è avvenuto seguendo una linea di continuità con il passato, senza sostanziali stravolgimenti, ma con l’obiettivo di trovare nuove chiavi per l’affermazione della straordinaria tradizione di eleganza e gusto di Gucci. In occasione della collezione Uomo Autunno/Inverno 2015-2016, Michele ha alzato il sipario per la prima volta sulla nuova visione contemporanea del marchio (la linea è stata preparata in appena una settimana), proseguendo il lavoro con la collezione Donna F/W 2015-2016, presentata il 25 febbraio a Milano.
Ci è sembrato doveroso effettuare questa introduzione “corporate” per contestualizzare al meglio il new deal di Gucci, che evidentemente toccherà anche la divisione Timepieces & Jewelry, oggetto anch’essa di interventi al vertice. Michele Sofisti, infatti, CEO della succitata business unit dal 2010, in contemporanea con l’ufficializzazione dell’accorpamento strategico dei settori “orologi e gioielli”, ha lasciato l’incarico dallo scorso dicembre, e non è ancora noto il manager che ne prenderà il posto. Auguro a Sofisti, che conosco da più di quindici anni, di continuare a mettere ancora la sua intensa esperienza e la sua indiscutibile professionalità al servizio dell’orologeria. Non c’è tempo, però, per sentimentalismi e l’attualità di Gucci, oggi, non è più quella di ieri. Mi si permetta però di sottolineare una singolare coincidenza, ossia la corrispondenza tra l’anno di nascita del nuovo Direttore Creativo, Alessandro Michele, con quello dell’entrata di Gucci nel settore orologiero: il 1972.
L’orologio Gucci
Allora la Maison stipulò un contratto di licenza con la società orologiera svizzera Severin Montres, fondata da Severin Wundermann: la liason durò ben 25 anni. Nel 1997, Gucci assunse il controllo della Severin Montres, sviluppando ulteriormente la propria penetrazione nel segmento e strutturandosi nel tempo con crescente autonomia. Due elementi imprescindibili caratterizzano da sempre i modelli Gucci Timepieces: la qualità e il rispetto degli standard “Swiss Made”. Sulla base di un simile presupposto, hanno trovato spazio materiali innovativi come quelli soggetti a trattamento PVD, il caucciù, il “web” Gucci e il legno, in particolare, negli iconici orologi “Bamboo” da donna. Il tutto per dar vita a quei particolari che rivisitano i simboli propri del brand, dalla banda verde-rosso-verde al motivo Diamantissima, dal nome “Gucci” alla firma di Guccio Gucci utilizzata come logo, fino ad arrivare al celeberrimo morsetto Gucci, utilizzato per creare le maglie del bracciale, le chiusure o come tema decorativo. Riporto, senza tema di smentita, quanto confidatoci da Sofisti lo scorso anno, parole che riassumono il mood e la filosofia del segnatempo Gucci, ieri, come oggi: “Il successo è il risultato dell’impegno della Maison a conservare i valori di design originali e dell’approccio senza compromessi a qualità e artigianalità. Partendo da queste solide basi, ci si può permettere di essere innovativi, come dimostrato dai materiali utilizzati, dal costante sviluppo del design e dalla creazione di partnership, che rispecchiano la filosofia di Gucci nel segno di una grande capacità e di una illimitata creatività.”
Sotto il profilo strategico, sempre di più, il percorso dell’orologio Gucci si è posto l’obiettivo di qualificarlo come segnatempo vero e proprio e non accessorio di moda, carico di estetismi ma privo di contenuti. E, così, ecco la manifattura Gucci Timepieces a La Chaux-de-Fonds, patria riconosciuta dell’orologeria svizzera. Le divisioni amministrativa, logistica e tecnica della società si trovano invece a Cortaillod, una località che si affaccia sul lago di Neuçhatel: in questa sede, tra l’altro, si trova la Gucci Timepieces Gallery, in cui sono esposti esemplari che fanno parte della storia orologiera della Maison nelle varie epoche e che illustrano le influenze stilistiche di arte, sport, storia e cultura, incidenti negli anni sulle collezioni orologiere. Il sito di La Chaux-de-Fonds è stato acquistato e ristrutturato da Gucci nel 2000, personalizzando le sale operative per soddisfare specifici requisiti di produzione che prevedono l’impiego di apparecchiature sofisticate. Al suo interno vengono eseguiti i seguenti processi: creazione di file tecnici, prototipazione, convalida dei campioni di produzione, saldatura laser, assemblaggio e lucidatura oltre a esecuzioni specialistiche come la realizzazione di casse in oro e l’incastonatura delle pietre. I componenti in pelle, ossia cinturini e rivestimenti, provengono dai laboratori Gucci in Italia. A tal proposito, sullo scorso numero abbiamo dato conto del tour, denominato Artisan Corner, organizzato dalla Maison a partire dal 2009, cominciato a Napoli e che, in cinque anni, in oltre trenta tappe, ha visitato Europa (Roma, Parigi, Londra), Stati Uniti (San Francisco, Beverly Hills, Chicago, New York) e Far East (Cina, India, Hong Kong, Malesia e Giappone): appuntamenti si svoltisi presso selezionati punti vendita Gucci, dove in “laboratori” creati su misura, gli artigiani della Casa fiorentina hanno dimostrato il loro savoir-faire, adattato, a rotazione, su tutte le merceologie proposte sul mercato dal brand.
Ogni orologio Gucci, dunque, si attiene a rigorosi criteri di esecuzione e verifica e, come accennato, l’esecuzione delle casse nelle varie tipologie di oro, dallo stampo del materiale grezzo al pezzo finale rifinito, fruisce dell’adozione di moderne tecniche CAM e di fresatrici CNC. Anche l’incastonatura di pietre preziose (vi è un team interno di gemmologi) su acciaio e quadranti è effettuata con macchine di calibrazione automatica, al fine di garantire un risultato ineccepibile su ogni tipo di cassa. Vetro zaffiro antiriflesso è collocato a protezione dei quadranti e, a proposito di questi ultimi, l’ultimo step verso una sempre maggiore autonomia da parte di Gucci Timepieces & Jewelry è stato quello di acquisire Fabbrica Quadranti, un produttore svizzero del Canton Ticino, di cui era il principale cliente da oltre 15 anni: un’azienda evoluta ed all’avanguardia in termini di apparecchiature funzionali al supporto dell’insostituibile mano dell’artigiano, in grado di garantire una prototipazione decisamente rapida, funzionale alla gestione dinamica delle esigenze del mercato.
Higlights 2015
L’ampio catalogo di Gucci Timepiecies, ultimamente, è stato oggetto di focus specifici sulle collezioni Interlocking (connotata dalla carrure-lunetta a doppia “G” intrecciata, ad interpretare in senso moderno le iniziali del fondatore Guccio Gucci), Horsebit (riprende, nel design della cassa, il morsetto, uno dei simboli distintivi di Gucci, ispirato dai passatempi equestri dell’alta società fiorentina) e G-Timeless. All’inizio di quest’anno, comunque, il protagonista principale sarà il Gucci Dive. Lanciato nel 2013, quale vero orologio sportivo subacqueo ad alte prestazioni, è stato oggetto di un aggiornamento, costituito da sette nuovi modelli, dotati di movimento al quarzo ETA con datario al 6. Garantiti impermeabili fino a 200 metri, i nuovi Dive sono in acciaio e adottano, evidentemente, la ghiera girevole unidirezionale, zigrinata sul bordo e graduata con la scala sessagesimale sul disco interno in vetro (attraverso un processo elettrolitico). Interessante è notare la costruzione modulare della cassa stessa, con la silohuette tonneau della carrure a chiudersi sulle anse, “svuotata” sul fianco, per accogliere due profili simmetrici avvitati, uno dei quali prevede le spallette di protezione della corona, serrata a vite. Tali elementi, in alcune versioni sono in acciaio trattato PVD black, a conferire un imprinting maggiormente sportivo. In termini dimensionali, le declinazioni sono tre: 32 mm (due varianti), 40 mm (tre modelli) e 45 mm (due esemplari). Questi ultimi sono stati studiati per coloro che non vogliono passare inosservati, prevedendo in particolare, oltre alla versione con quadrante nero, una con tonalità blu opaco e bracciale in acciaio. Immancabili, distribuiti sui sette modelli, i dettagli caratteristici di Gucci, quali l’iconico web verde-rosso-verde sul quadrante, oppure, sul fondello, l’incisione dello storico stemma della Maison: un cavaliere che porta una valigia e una borsa invece di scudo e spada, a richiamare l’epoca in cui Guccio Gucci lavorava come fattorino, mentre la rosa è simbolo di bellezza. Ecco, poi, gl’indici in rosso sulla versione da 40 mm interamente nera, o, nelle varianti più propriamente femminili da 32 mm, il quadrante spazzolato rosa.
Gucci Timepieces ha voluto ampliare quest’anno, anche la collezione G-Timeless, d’impostazione tradizionale, aggiungendo alle varianti Slim da 40 mm, un quartetto di modelli automatici in acciaio. Tra questi, due cronografi con indicazione day-date, da 44 mm, proposti con quadrante nero a contrasto (e bracciale) o argenté con cinturino in pelle nera. Completano l’insieme due solotempo: un nuovo G-Timeless Slim Automatic (40 mm, calibro ETA 2895) in sfumature di nero e grigio e un G-Timeless Medium Automatic (38 mm calibro Sellita SW200 ) con quadrante blu scuro.
Tornando sui crono, impiegano il calibro Sellita SW500 e si distinguono esteticamente per dei pulsanti a sezione trapezoidale, dissimulati a seguire il design delle spallette di protezione della corona, e per la finitura con motivo “diamante” del quadrante.
In conclusione, è viva la curiosità nel vedere i prossimi risultati, sul fronte orologiero, del nuovo team di lavoro (da completare ancora, come sopra evidenziato, con il CEO di Gucci Timepieces & Jewelry), con l’assoluta certezza che l’unicità del concept italico del brand, abbinata al savoir-faire svizzero, continueranno ad essere il plus insostituibile di un segnatempo con la “S” maiuscola.