Haute Horlogerie – Jaquet Droz – Grande Seconde Skelet-One

L'alta orologeria raccontata da La Clessidra #4

09 ottobre 2018

La Maison di La Chaux-de-Fonds è abituata a stupire. Da sempre. Nota, soprattutto, per la realizzazione di fantastici orologi dotati di automi, ha una storia, un passato e un presente di eccellenza assoluta, nella perfezione meccanica come nella realizzazione estetica. Non molto tempo fa, visitando la manifattura, siamo rimasti impressionati, anche noi di Clessidra, dalla grande maestria alla base delle creazioni di Jaquet Droz e di fronte alla varietà di modelli e movimenti esistenti, alla cura incredibile delle cesellature, ai mestieri d’arte, che contribuiscono alla realizzazione dei più diversi soggetti – paesaggi, animali (famoso è il leone), soggetti floreali, e così via – o ancora davanti ai meravigliosi colori, a quei pigmenti vividi, ottenuti dalle pietre.

Ecco allora che, volendo ancora una volta stupire gli addetti ai lavori, la propria clientela e, in generale, tutti gli appassionati del mondo delle lancette, la Maison di La Chaux-de-Fonds ha creato un orologio fuori dall’ordinario: il Grande Seconde Skelet-One, il primo modello dell’iconica collezione col quadrante in vetro zaffiro integrato nella scheletratura del movimento, a mostrare integralmente – per la gioia di tutti – il motore e il cuore di questo grande orologio. Una nuova magnifica versione, che vede la luce, non a caso, in occasione del 280° anniversario della manifattura.

Per la realizzazione di un calibro scheletrato bisogna generalmente ripensare nel complesso la struttura e l’architettura dell’orologio. E anche nel caso del Grande Seconde sono state apportate modifiche finalizzate innanzitutto a lasciar entrare la maggior luce possibile e a mantenere una struttura minimale. Alcuni componenti sono state necessariamente ridotti o completamente eliminati, come l’anello della carrure, per amplificare maggiormente la costruzione. Così il Grande Seconde, icona indiscussa dell’alta orologeria, è stato riprogettato completamente con il nuovo calibro 2663 SQ meccanico automatico, montato dalle esperte mani di sapienti orologiai: 30 rubini, funzionante a 28.800 a/h, costituito da differenti strati sovrapposti visibili lateralmente, dotato di un doppio bariletto per fornire grande energia, riserva di marcia di 68 ore, spirale e anse dell’ancora in silicio. La platina è completamente scheletrata – si tratta di una realizzazione particolarmente difficoltosa da ottenere – lasciando in bella vista soli i ponti e i ruotismi essenziali.

La classica forma ad 8, firma del Grande Seconde, è stata mantenuta nella scheletratura con un quadrante in vetro zaffiro (uno dei layer di cui è formato il movimento). In alto, come di consueto, si leggono ore e minuti, indicati dai numeri romani (arabi all’intersezione), mentre nel quadrante inferiore scorrono i secondi, con la lancetta che sembra fluttuare senza vincoli. Tutta la struttura è sorretta da 5 sole viti orientate in maniera particolare, grazie ad un concetto preso a prestito dall’armeria che i grandi tecnici di Jaquet Droz hanno saputo trasporre per la prima volta nell’orologeria. L’incredibile studio effettuato dalla Maison per la realizzazione di questo capolavoro ha compreso anche la rielaborazione, con pesi corretti, della massa oscillante, realizzata in oro e scheletrata anch’essa per offrire la massima trasparenza possibile.

Il Grande Seconde Skelet-One è dotato di una cassa da 41 mm, capace di una tenuta fino a 30 metri, disponibile in tre favolose varianti: oro bianco e oro rosso, con cinturino in alligatore nero, e ceramica da 41,5 mm, con cinturino in tessuto nero ripiegato e cucito a mano.

Come sostiene la manifattura, “Some watches tell time, some tell a story”. Nulla di più vero per il Grande Seconde Skelet-One.

di Stefano Carazzali

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