OROLOGI DA POLSO IN ITALIA: IL MERCATO PERDE IL 28% NELL’ANNO DELLA PANDEMIA
IL CONSUMATORE ITALIANO “TIENE”
IL 2021 VERSO LA RIPRESA
ASSOROLOGI PRESENTA I DATI 2020
Il mercato italiano degli orologi da polso nel 2020 vale circa 1,51 miliardi di euro, con una contrazione pari al 28% rispetto al dato 2019.
Questa è la stima resa nota da ASSOROLOGI in collaborazione con GfK Italia sulla base di un’analisi comparativa delle diverse fonti di informazione disponibili, tra cui l’indagine mensile realizzata da GfK per monitorare le vendite di Orologi da parte dei punti di vendita (Retail Panel), la ricerca annuale che la stessa GfK realizza per conto dell’Associazione sugli acquisti di orologi da polso da parte del consumatore italiano (Consumer panel), i dati relativi all’interscambio con l’estero forniti da ISTAT e dalla Federazione dell’industria dell’orologeria svizzera.
Entrando nel merito delle due rilevazioni (Retail e Consumer) realizzate da GfK, l’indagine sulle orologerie tradizionali (nelle quali effettuano acquisti consumatori italiani e stranieri) evidenzia una forte contrazione sia a valore (-35%) che a quantità (-33%), motivata dalle ripetute chiusure dei punti di vendita dovute all’emergenza sanitaria ed alla contestuale assenza di turismo internazionale, mentre l’indagine Consumer Orologi 2020 (condotta sul solo consumatore italiano indipendentemente dal canale d’acquisto) non solo mostra un dato meno grave, ma evidenzia motivi di ottimismo: infatti questo mercato perde il 7,5% a valore mentre il numero degli acquirenti risulta pari a 4,8 milioni di individui (vs i 5,6 milioni registrati lo scorso anno).
Restando alla indagine “Consumer 2020” dedicata al consumatore italiano, l’emergenza sanitaria ha dato un ulteriore slancio al canale Internet, già da anni in evidente e costante crescita: le vendite transitate dal web (siti ufficiali, aste e commercio elettronico) a volume sono arrivate al 39,5% (erano il 31,7% lo scorso anno) per un valore del 30,4% contro il 21,2% di un anno fa.
Il canale Gioiellerie ed orologerie (tradizionali o ubicate all’interno di un centro commerciale) subisce il contraccolpo delle chiusure in numero di pezzi: nel 2020 da questo canale è transitato il 41% delle vendite a quantità (era il 47% nel 2019) ed il 51% a valore (era il 52%).
I driver di acquisto più importanti sono il design (33%), la marca (29%) e il prezzo (25,5%).
L’indagine sul Consumatore fornisce anche indicazioni sulle intenzioni di acquisto per il 2021 rafforzando i motivi di ottimismo con un ulteriore spiraglio di positività, poiché stima in quasi 3,9 milioni di consumatori (+36% rispetto allo scorso anno) coloro che intendono acquistare un orologio da polso nel corso del 2021.
Chiude la ricerca un focus sul segmento “Smartwatch”, che evidenzia un bacino di possessori costituito da circa 7,7 milioni di italiani e una buona propensione all’acquisto futuro (35%).
«Quando abbiamo deciso di continuare l’analisi del mercato, nonostante la drammatica situazione emergenziale che si è abbattuta sulle nostre aziende, eravamo consapevoli che avremmo avuto un quadro impietoso della realtà – afferma il Presidente ASSOROLOGI Mario Peserico -. Questi numeri non ci stupiscono: la perdita totale del turismo internazionale e dei visitatori business dall’estero ha azzerato una parte molto importante di acquisti in Italia e la prolungata e ripetuta chiusura dei punti di vendita ha fatto il resto.
Siamo fiduciosi rispetto all’interesse che il consumatore italiano continua a nutrire verso l’orologeria e che ci ha consentito di compensare almeno parzialmente l’assenza di acquirenti stranieri.
Soprattutto se dopo Pasqua dovessimo riprendere l’attività a pieno regime, confidiamo che si aprirà uno scenario di ripresa almeno per la seconda parte del 2021, che ci permetta di arrestare la flessione e iniziare a ripartire.
Quando potremo riprendere il nostro lavoro in sicurezza e in contesti di una normalità ritrovata potremo risalire la china».
Milano, 19 marzo 2021
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