Editoriale
di Fabrizio Rinversi
I recenti, tragici fatti di Barcellona e di Turku ci hanno fatto ripiombare in un’atmosfera di terrore, di altissima tensione, semmai ne fossimo usciti (o, volevamo illuderci di averlo fatto). Un contesto in cui, in qualunque momento e dovunque, si può morire in un istante, solo perché si passeggia per strada, o si partecipa ad una Messa, o si va a mangiare con la famiglia in un ristorante. Non si può rimanere insensibili di fronte alle centinaia di vite spezzate, di famiglie distrutte, senza più un futuro, non immaginando a priori, che tra le vittime ci potevano essere nostri cari, amici, conoscenti, o noi stessi. Una riflessione e un pensiero devono essere destinati, perché all’impotenza si sostituisca quel conforto che solo la vicinanza e la partecipazione possono dare alla sofferenza.
Contestualmente bisogna andare avanti, non arrendersi, non essere influenzati dall’aria di negatività, guardare con fiducia in prospettiva, dimostrare che l’odio e la violenza non sono mai riusciti a fermare il lato buono dell’umanità e la sua inarrestabile marcia verso la convivenza e la civile fratellanza. Una convivenza, ormai e da tempo su scala globale, che passa anche e soprattutto dallo scambio commerciale, dai rapporti finanziari, insomma, dal sempre più imprescindibile motore del progresso, ossia l’economia. E, in questo momento, per quanto riguarda l’Italia, indicatori macro di riferimento, quali la crescita del PIL, la notevole positività della bilancia commerciale e la conferma di essere titolari di un know-how artigianale, in moltissimi settori, al top a livello mondiale, lasciano ipotizzare un pacato e vigile ottimismo. Più specificamente in riferimento al comparto orologiero, l’Italia, sia in maggio che in giugno è stato il Paese che, maggiormente, ha contribuito alla crescita dell’export elvetico, dopo Hong Kong e Stati Uniti, chiudendo il primo semestre al quinto posto, nella classifica delle nazioni importatrici più importanti, incrementando lievemente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e riportando il gap rispetto all’anno “boom” 2015, al 12%. La buona notizia sta poi nel fatto, al di là dell’Italia, che le esportazioni elvetiche hanno ricominciato a viaggiare con il vento in poppa, dopo un mese di aprile di segno negativo, chiudendo il primo semestre con un piccolo surplus (poco più di 13 milioni di franchi svizzeri, pari ad un +0,1%), ma estremamente indicativo di un trend che piano piano sta cambiando segno. Se a ciò aggiungiamo che la Cina ha ripreso a trainare le importazioni dalla Federazione delle Industrie Orologiere Svizzere, con incrementi mensili che oscillano dal +20% al +30/35% (i 719 milioni di chf spesi superano addirittura del 3,8% quelli investiti nel 2015), il quadro generale assume contorni decisamente luminosi. Innegabile che il passato non si cancella con un colpo di spugna e che il percorso da fare è ancora molto lungo, ma ora, in fondo al tunnel un lieve chiarore si comincia a intravedere. E, anche entro i nostri confini, sembra che qualcosa si stia muovendo. Infatti, contestualmente all’edizione di settembre di VICENZAORO, durante la quale è confermato l’appuntamento con NOW (Not Ordinary Watches), spazio espositivo esclusivamente orologiero in cui sono accolte realtà che stanno cercando spazio sul territorio nazionale, sempre a Vicenza, avrà luogo “Tempo Prezioso”, un evento fortemente voluto dal Gruppo Festina, sostenuto dal Binda Group, e che ha coinvolto importanti aziende del segmento sporty-fashion, come Timex Group, Liu•Jo Lixury, Energy Power, OK Original Kreation e PNG68 designed da Franco Pianegonda, per un totale di circa 26 brand. Erano anni, veramente tanti, che importanti operatori di simile calibro, diretti competitor, non univano le forze per un’iniziativa comune. Dopo anni, veramente tanti, i relativi manager hanno compreso che sviluppare e far evolvere il mercato assieme può produrre risultati interessanti per tutti, creando spazi nei quali saranno i prodotti, le strategie ed il marketing individuale a risultare più o meno vincenti. Finalmente sono stati lasciati da parte gli inutili personalismi che, in Italia, hanno sempre impedito la buona riuscita di progetti associativi o, per estensione, fondati su di un coinvolgimento cumulativo di filiali o importatori, aventi come obiettivo, la risoluzione dei problemi del comparto oppure la creazione di momenti di importante visibilità per ottimizzare le sinergie con gli operatori del network distributivo e quant’altro. Nelle prossime pagine abbiamo destinato spazio all’approfondimento di questo evento, e La Clessidra sarà presente, così come in fiera, a Vicenza, per documentare iniziative che si annunciano virtuose per il settore, esempi da imitare per il prossimo futuro. Almeno, così speriamo.