Intervista a Simona Zito General Manager e Amministratore Delegato CHOPARD ITALIA

22 dicembre 2021

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Simona Zito, General Manager e Amministratore Delegato di Chopard Italia, che ringraziamo, e con la quale abbiamo avuto informazioni sui prodotti e sull’andamento dei mercati attuali.

La Clessidra dal 1945: La prima domanda è relativa al prodotto: dopo un anno (quasi due) così complessi ed inediti, la Maison proporrà nuove linee e adatterà alcune collezioni a certe aree geografiche?
Simona Zito: Il 2022 sarà per la Maison Chopard un anno molto importante. Celebreremo i 25 anni della Manifattura che, tecnicamente, ricorrono quest’anno (il nostro Co Presidente Karl Freidrich Scheufele la inaugurò nel 1996) ma che verranno appunto festeggiati l’anno prossimo. Una ricorrenza importante che vedrà il lancio di nuove proposte di orologeria da uomo, l’anniversario del primo L.U.C realizzato dalla Manifattura…Insomma sarà un inizio d’anno ricco di novità anche sul versante Donna con nuove proposte che porteremo a Watches and Wonders Geneva a fine marzo. Insieme a tutto questo fermento vi è, parallelamente, la realizzazione di serie limitate dedicate a certe aree del mondo. Sono soprattutto le linee iconiche a declinarsi in tal senso. Un esempio? Nel 2020 abbiamo lanciato l’Happy Sport Italia ovvero l’orologio icona da donna di Chopard che si è “vestito” dei colori del nostro paese. È stato un successo, nonostante fossimo in un periodo così difficile. E a breve verrà lanciato un orologio dedicato alla città di Roma.

L.C.: Il mercato italiano è chiaramente “turistico” per quanto riguarda le vendite di orologi (ma anche di gioielli), tanti brand hanno sofferto la mancanza del turismo, qual è la tua previsione per il mercato in generale e per Chopard nello specifico?
S.Z.: È innegabile che la mancanza di turisti abbia avuto per il settore dell’alto di gamma, ma non solo ovviamente, effetti negativi. L’aspetto positivo di questa situazione è stata la possibilità di dedicarci al cliente locale. Prima del Covid ci eravamo abituati alla clientela “di passaggio” che chiede una vendita veloce, un impegno immediato, ora invece abbiamo avuto il tempo e la possibilità di dedicarci alla clientela italiana che necessita senz’altro di un’attenzione maggiore. Un cliente competente ed esigente
come quello italiano ti spinge a pensare a nuovi format ed investire in tal senso. E i risultati arrivano: chiuderemo l’anno con un andamento positivo, oltre alle aspettative. Ecco perché la lezione che dobbiamo ricordarci è proprio quella di non perdere mai di vista il cliente italiano. In fondo l’Italia è la patria della Moda e delle eccellenze ed è punto di riferimento in tutto il mondo per questo. Per l’anno prossimo dunque continueremo su questa strada, fiduciosi che torni anche il turismo estero ovviamente. La riapertura della boutique di Milano nella nuova collocazione di Via Montenapoleone, ci darà nuova spinta e visibilità e la possibilità di accogliere clientela italiana e straniera.

L.C.: Siete fra i primissimi brand ad aver proposto oro etico, proseguirete su questa linea? Proporrete anche voi come tanti altri nuovi materiali innovativi?
S.Z.: La Maison Chopard ha iniziato a parlare di sostenibilità nel settore del lusso in tempi non sospetti. Era il 2013 e approcciare queste tematiche è stato coraggioso oltre che lungimirante. Coraggioso perché il “viaggio per un lusso sostenibile”, come è stato chiamato (The Journey to Sustainable Luxury) è partito quando questi temi sembravano chimere. Lungimirante perché il tempo ci ha dato ragione e ha permesso di premiare uno sforzo lungo, costoso e costante. Produrre gioielli e orologi con oro etico al 100% (risultato raggiunto dalla Maison nel luglio 2018) significa investire in tutta la filiera, dalle miniere da cui si estrae il metallo fino alla fonderia. Proseguire su questa strada è ovvio perché è nel DNA della Maison: eticità e responsabilità sono due parole chiave che si basano su un impegno concreto che oltre all’oro, si concentra sui diamanti, sulle pietre preziose (ricordo gli smeraldi certificati, le tormaline Paraiba per esempio) su materiali innovativi. Il Lucent Steel A223, per esempio, ovvero l’acciaio con cui viene realizzata la collezione di orologi Alpine. Una lega elaborata in quattro anni di ricerca e sviluppo e che vanta caratteristiche importanti: è ipoallergenico e dermocompatibile, una resistenza di 223 Vickers quindi più resistente all’abrasione e una durezza unica. Inoltre è formato per il 70% da acciaio riciclato.

L.C.: Finalmente il settore riavrà un vero Salone dedicato: Watches&Wonders sarà veramente un punto di svolta?
S.Z.: Credo e spero di sì. È la prima volta dopo parecchio tempo che tantissimi marchi del nostro settore si ritroveranno ad una fiera, un format nuovo e concentrato, non più disperso in varie parti della città. E Watches and Wonders arriva al momento giusto perché occorreva una ventata di novità. Vedremo come sarà questa fiera ma sicuramente sarà un momento importante di incontro, confronto e studio per tutti i player della orologeria. Non vediamo l’ora!

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