Afferma Nicolas Boutherin, co-fondatore, Presidente e direttore artistico di Klokers: “Dall’esterno penso che più i marchi si concentrano sul movimento e sul motore, più vediamo lo ‘stomaco’ dell’orologio, più perdiamo interesse nel tempo e nel modo in cui questo è rappresentato. Il focus è sull’essere tecnologicamente ‘appariscente’”. E Richard Piras, l’altro co-fondatore, nonché Amministratore Delegato del brand, prosegue: “Abbiamo bisogno di riportare il tempo sul quadrante dell’orologio. Non di creare un orologio da un disegno, ma di consentire al tempo, ancora una volta, di prendersi il centro del palcoscenico”.
Nel rispetto della consolidata tradizione orologiera, Klokers s’indirizza verso coloro che non intendono accettare le indicazioni e le regole della propria epoca: liberi pensatori, gente creativa, uomini e donne che hanno scelto coscientemente il loro lifestyle, che abbracciano cultura, innovazione, cambiamento e libertà. La missione di Klokers è una sorta di sfida a cercare il proprio posto nel tempo e, più specificamente, nel ‘proprio’ tempo”. Aggiunge Boutherin: “Il tempo è ritmo, vogliamo riportare il movimento e il ritmo sul quadrante, cercando di creare una curiosità visuale e cambiare il modo in cui la gente abitualmente racconta il tempo, destabilizzandola e inducendola ad interrogarsi al fine di capire come leggere il tempo. I nostri orologi sono disegnati per aiutare le persone a riprendersi il controllo del tempo”. Una filosofia che viene così riassunta da Piras: “Queste sono le ragioni per cui abbiamo chiamato i nostri prodotti ‘Macchine per Viaggiare attraverso il Tempo’. E’ un processo emozionale compiuto mediante l’uso di quegli elementi ed oggetti che risiedono da sempre in qualche parte della nostra memoria, tra passato e futuro”. Si tratta di idee che, evidentemente, non è facile tradurre in prodotti concreti e reali, frutto di un’attenta analisi, da un lato, effettuata da Nicolas Boutherin – ha costruito la propria carriera in diversi campi, quali la comunicazione, l’innovazione e i media -, sulla base dei lavori svolti dal fisico Etienne Klein (tra i maggiori teorici contemporanei del significato di tempo nella sica), dei sociologi Hartmut Rosa e Zygmunt Bauman (teorico dell’assorbimento passivo dovuto ad usi e consuetudini) e dopo aver interiorizzato l’idea di marketing di Seth Godin (in particolare, il “permission marketing”, ossia il concetto che i messaggi pubblicitari e le offerte commerciali siano inviati soltanto dopo il consenso dell’utente).
Dall’altro lato, la comprensione delle esigenze e dei desideri dei nostri stili di vita contemporanei, è stato posta in evidenza da Richard Piras, da sempre affascinato dai meccanismi celestiali, per ben dieci anni imprenditore nell’industria orologiera svizzera “tradizionale”, secondo il quale il tempo è un elemento fondamentale per l’universo, ma fino ad oggi nessun essere umano è stato in grado di definirlo andando oltre la tautologia. Il primo risultato è stato il KLOK-01, ispirato da un oggetto iconico con un design talmente suggestivo da aver lasciato ricordi ancora radicati, come accennato poc’anzi, nell’inconsapevolezza collettiva di oggi. Il KLOK-01 richiama, infatti, il regolo calcolatore, uno strumento di calcolo tascabile analogico. Rimanda ad un periodo che va dagli anni ’70 ancora indietro nel tempo, no al XVII secolo, quando un simile dispositivo, fondato su precise regole matematiche, costituiva il metodo più veloce per eseguire calcoli complessi. Una tale fonte d’ispirazione ha fornito lo spunto per introdurre anche lo studio ingegneristico dei movimenti che animano gli orologi Klokers, basati su calibri al quarzo Swiss Made. Movimenti che gli ingegneri di Klokers definiscono come “una via di mezzo tra i calibri al quarzo degli anni ’70 e i movimenti meccanici tradizionali, un dispositivo ibrido conosciuto come micro-motore”. E, in effetti, in un calibro tradizionale al quarzo, avviene una trasmissione meccanica tra i ruotismi relativi alle diverse indicazioni secondo un rapporto d’ingranaggio pressato. Nel caso dei Klokers, ogni lancetta dispone di un proprio motore, un piccolo computer controllato da un processore. La combinazione tra i micro-motori e la trasmissione meccanica consente di trasferire energia su assi che possono essere collocati dovunque sulla platina, sotto lo stretto controllo, come detto, di un chip che programma il movimento. Un lavoro finalizzato a massimizzare la miniaturizzazione, a conferire flessibilità alla impostazione delle indicazioni sul quadrante, funzionali al design, ad ottimizzare il consumo di energia: un obiettivo quest’ultimo, raggiunto pienamente e confermato dal funzionamento continuativo degli orologi Klokers per due anni.
Eccoci, dunque, dopo questa doverosa introduzione, a presentare, come accennato, la prima fatica di Klokers, ossia il KLOK-01, esemplificazione di quanto la forma segua la funzione. Il richiamo al regolo calcolatore sottolinea l’intento di Klokers di far rivivere elementi di stile che non tramontano mai, canalizzandoli in orologi moderni, contemporanei e sbarazzini. Nella fattispecie, il regolo calcolatore è un computer analogico meccanico composto, in genere, da tre scale, una delle quali scorre sulle altre due: inizialmente utilizzato per la moltiplicazione e la divisione, nel tempo, è stato adattato anche per calcoli più complessi come radici, logaritmi e trigonometria, divenendo obsoleto con l’arrivo dei calcolatori elettronici a basso costo. La sua forma può essere sia lineare, che circolare, chiaramente ispiratrice, quest’ultima, del KLOK-01, il cui quadrante è composto da tre dischi circolari concentrici – uno per le ore (indicate in nero), uno per i minuti (in rosso) e uno per i secondi (in grigio) – che ruotano a diverse velocità per scorrere l’uno sull’altro: in tal senso, l’ora è indicata lungo una linea rossa verticale, al 12, evidenziata da una lente d’ingrandimento integrata nel vetro (un polimero trasparente), a garanzia di un’elevata leggibilità. Una piccola sinfonia di movimenti inserita in una cassa in moderno composito di acciaio inossidabile e polimeri, da 44 mm (11,5 mm di spessore), molto leggera e dal notevole comfort. Il movimento di base è un calibro Ronda, con display a dischi ruotanti azionati da micro-motori Lavet ad alta efficienza che funzionano in entrambe le direzioni, abbassando il consumo di energia. Klokers non si è limitato all’originalità del concetto orologiero, ma l’ha applicata anche ai cinturini, in vera pelle, studiati per essere indossati con o senza il segnatempo (foto 4 e 5). Infatti, sono dotati di un “gancio” brevettato in acciaio, inserito in un apposito incasso creato sul fondello, che consente l’interscambiabilità rapida e semplice di orologi e bracciali: la cassa si stacca dal bracciale con un pulsante di spinta sulla carrure in corrispondenza delle ore 8. I colori principali disponibili dei cinturini e/o bracciali indipendenti sono: nero opaco, nero lucido, indaco, alcantara color arancio, alcantara color grigio topo e giallo Newport (ogni anno, saranno lanciate due nuove collezioni di cinturini). Il prezzo del KLOK-01 è di 379 euro.
Sulle prossime edizioni parleremo anche del KLOK-02, legato alla complicazione del plurifuso, e va detto che Boutherin e Piras contano entro il 2019 di aver venduto oltre 150.000 Klokers (il brand è presente in cinque Paesi europei, negli USA e in Asia), e sempre in quell’anno hanno pianificato l’apertura della prima boutique. Sono ambiziosi questi viaggiatori del tempo…