L’intervista a THIERRY STERN – Annuario 20/21

24 marzo 2021

Apriamo questo Annuario 2020 con l’intervista ad uno dei personaggi più prestigiosi ed in vista del mondo dell’orologeria, Mr. Thierry Stern, Presidente di Patek Philippe, che ringraziamo per la Sua gentilezza.

La Clessidra dal 1945: Ci può descrivere le nuove proposte e che tipo di risposta vi aspettate dai mercati?

Thierry Stern: Le proposte di quest’anno vanno da segnatempo senza complicazioni, come il Calatrava ref. 6007 in acciaio – edizione limitata a 1.000 esemplari – prodotta per l‘inaugurazione del nuovo stabilimento a Plan-les-Ouates, a orologi decisamente più complicati, tra cui un Ripetizione Minuti con quadrante in cristallo di zaffiro che permette di ammirare il meccanismo, un cronografo e calendario perpetuo in oro giallo (ref. 5270J) ed un cronografo rattrapante con quadrante in vero smalto (ref. 5370P), senza trascurare le signore con la proposta di una complicazione utile – un Pilot Travel Time – in oro bianco che si affianca alla già esistente in oro rosa.
La prima reazione dei nostri clienti è stata positiva. In un anno come questo, la sfida più grande è stata presentare dei modelli nuovi e l’abbiamo fatto poco alla volta, un modello ogni mese. I commenti dei clienti ci hanno confermato che è stata un’ottima decisione: con gli anni abbiamo costruito un rapporto di fiducia, direi quasi di affetto con la cliente. Abbiamo voluto premiare i collezionisti presentando dei modelli con delle complicazioni impor- tanti e sofisticate. In particolare, la ref. 5303 – già proposta in serie  limitata per la Watch Art Exhibition di Singapore lo scorso anno – ha riscosso un grande successo: il quadrante è completamente trasparente e il movimento è visibile nella sua complessità e ricchezza di particolari. Grazie alle nuove tecnologie, il cristallo del quadrante protegge il movimento dai raggi UV, così il meccanismo della ripetizione minuti in azione è visibile per la prima volta senza dover togliere l’orologio dal polso.

L.C.: C’è un pezzo o una collezione, anche del passato che, a Suo interpreta pienamente lo spirito di Patek Philippe?

T.S.: Lo spirito di Patek Philippe non è uno solo! Abbiamo in collezione una grande varietà di modelli, così da poter soddisfare tutti i gusti, le età nonché le diverse possibilità economiche. Dal Calatrava all’Ellisse – che grazie alla loro estetica senza tempo piacciono molto anche ai clienti più giovani – agli sportivi in acciaio, Nautilus e Aquanaut, alle complicazioni e grandi complicazioni che sono il nostro fiore all’occhiello, e tanti altri modelli sui quali abbiamo costruito la nostra reputazione.
Quello che accomuna tutte le nostre collezioni è uno stile pensato per durare nel tempo e non soggetto alle mode.

 

L.C.: Attualmente a quanti pezzi è arrivata la Vostra produzione annuale? Vorreste incrementarla?

T.S.: Patek Philippe produce di media circa 60.000 pezzi all’anno. Questi in tempi normali senza la pandemia che ha bloccato la produzione per diversi mesi. Non è nei nostri obiettivi un aumento della produzione, dovremmo formare il personale – orologiai ma non solo – per poter aumentare le quantità in modo significativo e non è pensabile al momento. Anche il nuovo edificio non è stato costruito con questo intento, ma per riunire sotto lo stesso tetto le lavorazioni che prima erano sparse nel Cantone. Non intendiamo neanche aumentare la produzione di uno specifico modello, assecondando la richiesta del mercato.

L.C.: Le chiedo un Suo parere sia per quanto riguarda l’importanza del mercato Italiano rispetto a quello globale, sia l’importanza (o la necessità) del digital per il momento attuale.

T.S.: L’Europa è un mercato fondamentale per Patek Philippe e l’Italia rappresenta storicamente una cartina tornasole per il successo di un prodotto. Il vostro gusto ci permette di capire se stiamo andando nella direzione giusta: se un modello funziona in Italia, funziona nel mondo.

Le vendite online non sono la nostra priorità. Durante i mesi di lockdown, in tutto il mondo abbiamo permesso ai nostri partner rivenditori di organizzare i propri siti con un e-commerce dedicato alle nostre collezioni: non ha funzionato. Il nostro cliente ama l’esperienza dell’acquisto, provare al polso l’orologio, ascoltare il concessionario che racconta la storia del pezzo che sta acquistando, vuole essere coccolato. Così sente di far parte di un gruppo, della nostra famiglia.
Pensi che durante il periodo in cui l’azienda ha chiuso, seguendo le direttive federali, molti clienti ci hanno scritto, direttamente o attraverso il sito ma non per chiederci orologi per sapere come stavamo…

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