Come unica rivista trade del mercato italiano La Clessidra è sempre molto interessata a “sentire” il polso dei grandi gruppi, poiché al loro interno sono inclusi brand di tutti i segmenti, dagli entry-level fino alle manifatture di alta orologeria.
In questo numero abbiamo scambiato alcune battute con Calogero Polizzi, AD di Swatch Group Italia, che ringraziamo per la disponibilità. Ecco cosa ci ha raccontato…
La Clessidra dal 1945: Sono da poco stati pubblicati i Vostri dati di bilancio del primo semestre 2023, direi molto soddisfacenti, ci fai un commento?
Calogero Polizzi: a mio avviso ci sono due elementi chiave, il primo è il ruolo che l’Italia ha sempre giocato nell’orologeria, poiché l’italiano acquista orologi, ama l’orologio come oggetto ed è pronto a investire in tutte le fasce di prezzo su qualche cosa che rimane, indipendentemente che sia di basso prezzo oppure di fascia alta, è proprio la visione di un oggetto che resta, e questo sta aiutando tantissimo il nostro settore; come secondo fattore c’è questa voglia della gente di uscire di casa ed entrare in negozio, come si faceva una volta. L’incrocio di queste di queste due cose ha portato un 2023 a risultati ottimi per la nostra filiale italiana.
L.C.: Swatch Group è un gruppo con marchi di ogni fascia di prezzo. Quando si parla con gruppi di brand basic range, sento dire che è quel segmento che sta trainando tutta l’orologeria, ma quando parlo con gruppi di fascia alta, sento dire la medesima cosa. Ma non è che tutta l’orologeria sta andando bene? Com’è la situazione dal vostro punto di vista?
C.P.: Faccio riferimento ad un intervento del Signor Hayek (Senior) durante un management meeting: chiaramente il volume (di vendite) permette di poter fare investimenti che altrimenti non sarebbero possibili; il nostro modello economico, che si basa sulla produzione (perché noi siamo un’azienda di produzione), ci differenzia dagli altri: produciamo da zero i nostri prodotti e questa nostra capacità, fa sì che l’energia che ci serve per poter produrre la si possa mettere in un prodotto che ha un prezzo più contenuto, e che si rivolge ad un pubblico più largo, ma la stessa tecnologia la si possa affinare e perfezionare poi per realizzare un prodotto più ricercato. C’è dunque una capacità produttiva di base dell’orologeria svizzera, che permette poi la produzione di diverse fasce di prodotto o un prodotto estremamente prestigioso nel quale poi la manualità la fa da padrone rispetto all’automazione. In questo modo si possono tenere sinergie e ottenere prodotti, comunque di ottima qualità, di lusso come lo chiamiamo noi, pur restando in fasce di prezzo più basso. Come dici tu quindi è tutto il settore dell’orologeria che funziona bene.
L.C.: In questi ultimi due anni, per vari motivi, qualche brand mi ha segnalato che hanno dovuto cercare materiali nuovi, ricercare e sperimentare leghe nuove, perché alcuni materiali non arrivavano con la solita frequenza. Al netto della Vostra favolosa Bioceramica qual è la Vostra situazione? State sviluppando qualche altro materiale?
C.P.: Uno degli aspetti che pochi conoscono del nostro Gruppo è che siamo l’azienda che registra più patenti (brevetti) in Svizzera ogni anno, a livello di qualche centinaio, nei settori più disparati. Il Gruppo infatti compra i granuli di ceramica, le barre d’oro, quelle d’acciaio, ecc. e trasforma questi prodotti poi in qualche cosa di estremamente sofisticato. Nel corso degli anni avendo investito in tutti gli aspetti dell’orologeria, non abbiamo la problematica dell’approvvigionamento. Compriamo gli elementi chimici di base per realizzare l’olio per gli orologi, dopodiché siamo in grado di produrne anche per altre marche e quindi lo vendiamo. Il medesimo discorso vale per le leghe: compriamo gli elementi di base e realizziamo in autonomia le nostre leghe, in base a quello che dobbiamo produrre. Questo ritmo di innovazione nei materiali è settimanale, dagli oli appunto realizzati in maniera bio, alla lega di bronzo e oro particolarissima che permette al prodotto di non avere la classica patina, fino al cinturino del MoonSwatch ottenuto dal riciclo delle reti da pesca marine, per arrivare alla madreperla ottenuta in maniera sostenibile, così come la confezione dello Swatch, completamente biodegradabile, che è in un materiale particolare e non in cartone.
Di conseguenza il nostro Gruppo ha una potenza particolare in ogni settore tecnologico, con un ingegnere od uno specialista che approfondisce totalmente le possibilità di utilizzo di un nuovo materiale. Questo, rispetto ad un competitor, che è costretto ad acquistare un movimento da terze parti, comporta una autonomia assoluta, con decine o centinaia di anni di ricerca in ingegneria alle spalle e questo ci rende autonomi sui materiali e differenti dagli altri.